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PERFORMANCE LIVE MICROMUSEOMONZA APRILE 2017

 

 

Gli omini

Tutto è iniziato dal quadro nella prima immagine qui sotto, del 2009, che ho fatto di getto.

Non c’erano ancora gli omini ma stavano prendendo forma attraverso i loro fantasmi,

che sono le gure che poi ritorneranno a riempire gli spazi tra un omino e l’altro.

Nell’immagine a fianco ci sono invece i primi omini, che risalgono al 2011. Sono omini asessuati intrecciati a formare una trama simil neuronale ed impegnati in un incontro “sessuale” che li consuma l’un l’altro. Alcuni provano anche ad amarsi ma piangono.

Il rapporto sessuale non esiste, a erma Lacan. Tuttavia sono il Sesso e la Morte gli unici nomi del Reale. Noi, però, viviamo nella realtà, che è il velo del Reale.

Ho diverse tele e di varie dimensioni con gli omini...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Performance Live - Project Room / Wunderkammer

Dalla tela, nel 2017, gli omini sono arrivati sulle pareti di una stanza, sede del Museo più piccolo del mondo, il Micromuseomonza (MIMUMO), in Via Lambro 1, di anco a Piazza Duomo, nato da un’idea del mimumo di Luca Acquati (proprietario), architetto, e di Felice Terrabuio, anche lui architetto che con l’associazione Streetartpiu valorizza giovani talenti e gli artisti del territorio.

“In alcuni tipi di tribù nel mondo esistono ancora oggi i riti di passaggio, cose così lontane nella nostra società occidentale. Un rito di passaggio è un rituale che segna il cambiamento di un individuo da uno status socio-culturale ad un altro oppure concerne un mutamento nel corso del ciclo della vita. Si tratta qui di questo secondo caso. Ho disegnato omini intrecciati, in questa specie di orgia/danza macambra, per anni ed ora nalmente mi è stata data la possibilità di realizzarli su un muro nero con il gesso e di riempire tutta una stanza: era il mio sogno, ma ora non lo è più. Ora il mio sogno è che vengano cancellati, con un semplice gesto del braccio e della mano, forse mia, o di chissà chi, che alla ne con un cancellino eliminerà gli omini dalla faccia della terra. Sono questi gli ultimi omini della Terra. Questa stanza è la loro bara e questa performance il loro funerale e anche quello di un pezzo di me, almeno questo è l’intento. C’è dell’Uno, ma c’è anche dell’altro.” (ML)

[il y a de l’Un è una citazione di Lacan, Seminario XIX, a cui ho aggiunto un mio tocco, il y a de l’autre, per l’appunto]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’opera NON si Conserva

Il 26 Aprile 2017, ultimo giorno di Performance, con gli ideatori dello spazio, ho organizzato un evento dal nome “l’opera NON si Conserva”, giocando sul mio cognome. Il giorno precedente ho DORMITO dentro al Mimumo sotto delle lenzuola con gli omini stampati, ed al risveglio ho preso spugna, acqua e aceto ed ho cancellato tutti gli omini, facendomi anche aiutare da chi ha voluto compiere insieme a me questo rito.

Erano gli ultimi omini sulla Terra? La risposta è no!
Non basta un solo rito a nchè ci sia cambiamento. Si nasce e si muore ogni giorno. Non basta un funerale per poter elaborare un lutto...
Ce lo insegna la psicoanalisi ma ce lo mostrano anche, per esempio, il Libro Tibetano dei Morti e la dottrina buddhista in generale. Basti pensare ai Mandala.
Il mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente.
I buddhisti riconoscono, però, che i veri mandala possono essere solamente mentali, le immagini siche servono per costruire il vero mandala che si forma nella mente della gente e vengono consacrate solo per il periodo durante il quale è utilizzato per il servizio religioso.
Al termine del lavoro, dopo un certo periodo di tempo, il mandala viene semplicemente “distrutto”, spazzando via la sabbia di cui è composto. Questo gesto vuole ricordare la caducità delle cose e la rinascita, essendo la forza distruttrice, anche una forza che dà la vita.

Camus nel Mito di Sisifo scrive che l’artista come uomo in rivolta , si libera delle proprie opere ... “L’opera assurda esige un artista cosciente dei propri limiti e un’arte, in cui il con- creto non signi chi niente più di se stesso; né può essere il ne, il senso e la consolazio- ne di una vita. Creare o non creare non cambia niente. Il creatore assurdo non tiene alla propria opera e potrebbe rinunciarvi”

Nel discorso di Svezia, ancora, scrive :
“ L’artista sceglie il suo oggetto ma a sua volta è scelto da quello. L’arte in un certo senso è una rivolta contro il mondo in ciò che v’è di impreciso e di incompiuto: non si propone dunque nient’altro che di dare un’altra forma ad una realtà che è costretta a conservare in sé, in quanto è la fonte stessa della sua emozione. Sotto questo aspetto, siamo tutti realisti e nessuno lo è. L’ arte non è né il ri uto totale né il consenso totale a ciò che esi- ste: essa è nello stesso tempo ri uto e consenso e perciò non può essere che uno strazio perpetuamente rinnovato. L’ artista si trova sempre in questa ambiguità, incapace di negare il reale e tuttavia eternamente portato a contestarlo in ciò che v’è di eternamente incompiuto”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo su Tutto Milano:

Link YouTube ai video:

https://youtu.be/pI6jzc4wojE  (muro)

https://youtu.be/szr0fsiXQqo   (muro)

https://youtu.be/du8-oDOUh3g   (vetro)

https://youtu.be/LwOO54B7UEY    (notte e risveglio)

...ed infine: L'opera non si Conserva! Video della cancellazione:

il n'y a pas l'Un sans l'autre (non c'è l'Uno senza l'altro)

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Link YouTube ai video:

https://youtu.be/pI6jzc4wojE  (muro)

https://youtu.be/szr0fsiXQqo   (muro)

https://youtu.be/du8-oDOUh3g   (vetro)

https://youtu.be/LwOO54B7UEY    (notte e risveglio)

(video della cancellazione-rinascita a fondo pagina)

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l'opera non si conserva

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